1° marzo 1956, giovedì. In qualche modo è già marzo, è molto tardi e fuori un gran vento caldo soffia così forte che gli alberi e le nuvole sono lacerati e le stelle guizzano. E’ da oggi pomeriggio che plano su questo vento e al ritorno, stasera, con la stufa a gas che si lamentaContinua a leggere “1° marzo 1956”
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All’improvviso tutti gli altri…
E in questi tempi, affannati e difficilissimi, fatti di fretta, umori e psicologia, è pressoché impossibile “conoscere” se stessi. All’improvviso tutti gli altri sono molto sposati e felici, e una si ritrova molto sola e amareggiata a mangiare ogni mattina un uovo sodo insipido in solitudine e a pitturarsi una bocca rossa per lanciare sorrisi-tantoContinua a leggere “All’improvviso tutti gli altri…”
25 luglio 1956
Carissima Mamma, Sono stata così felice di ricevere le tue bellissime lettere col racconto del tuo viaggio, e spero solo che potrai fare in modo di venirci incontro in Spagna per passare la tua ultima settimana con noi. Se solo avessimo potuto prevedere la nostra attuale sistemazione! Vorrei che tu ci vedessi …. Come possoContinua a leggere “25 luglio 1956”
Martedì 1 ottobre 1957
Io ho questo demone che vorrebbe vedermi scappare urlando come se fossi sul punto di cedere, di fallire. Vuole farmi pensare di essere tanto brava da dover essere perfetta. O niente. Al contrario, io sono qualcosa: una persona che si stanca, che deve combattere la timidezza, che ha moltissimi problemi nell’affrontare il prossimo con disinvoltura.Continua a leggere “Martedì 1 ottobre 1957”
E allora impara a vivere
“E allora impara a vivere. Tagliati una bella porzione di torta con le posate d’argento. Impara come fanno le foglie a crescere sugli alberi. Apri gli occhi. […] Impara come fa la luna a tramontare nel cielo della notte prima di Natale. Apri le narici. Annusa la neve. Lascia che la vita accada.” Sylvia PlathContinua a leggere “E allora impara a vivere”
4 gennaio 1958
Quattro giorni del nuovo anno andati, insieme alla risoluzione di una pagina quotidiana, per descrivere umori, fatica, una buccia d’arancia o il colore dell’acqua nella vasca dopo il bagno settimanale. … L’oppressione a strisce gialle e nere di ottobre, novembre e dicembre è andata, e arriva l’aria pura del nuovo anno. Tanto fredda da trasformareContinua a leggere “4 gennaio 1958”
Bisogno di sicurezza
Quanto abbiamo bisogno di sicurezza. Quanto abbiamo bisogno di un’altra anima a cui aggrapparci, un altro corpo che ci tenga caldi. Per riposare e per fidarci: per donare la nostra anima, confidando in noi stessi: ho bisogno di tutto questo. Ho bisogno di qualcuno in cui riversarmi. (Sylvia Plath)
Luglio 1950
L’estate prima di entrare allo Smith College, Sylvia Plath lavorò in un’azienda agricola del Massachusetts, Lookout Farm. Questo brano è preso dai “Diari” di Sylvia Plath – Adelphi Edizioni “Luglio 1950. Forse non sarò mai felice, ma stasera sono contenta. Mi basta la casa vuota, un caldo vago senso di stanchezza fisica per aver lavoratoContinua a leggere “Luglio 1950”