Belle di notte

Da bambina passavo le estati a Riccione assieme a mia nonna e ai miei zii. I miei genitori lavoravano e stavano al mare solo brevi periodi.

Per me Riccione ha ancora tutta la magia dell’infanzia, del mare, dei giornalini di Topolino, e, perché no? dei fiori. Fra questi ultimi, spiccano nella mia memoria le belle di notte. Fiori bellissimi che si aprivano al calare del sole.

Belle di notte

La bella di notte  è una pianta originaria del Perù, cespugliosa coltivata come annuale. Fiorisce da luglio a ottobre con numerosi fiori riuniti in grappoli da due e otto fiori di forma imbutiforme, possono essere di vari colori (giallo, rosso, rosa, bianco),ma possono essere anche bicolori,variamente macchiati o screziati.

La bella di notte è una pianta semplice da coltivare perché non ha esigenze particolari soprattutto per la tipologia di terreno . Ma per apprezzare la bellezza di questo fiore , bisogna tenere conto di alcune accorgimenti: predilige zone molto luminose dove si sviluppa rigogliosa, ma non sopporta la luce del sole troppo forte, tollera invece le esposizioni a mezza ombra a condizione che la pianta riceva durante il giorno qualche ora di sole. Spesso, quando i raggi del sole sono forti, le foglie appassiscono, per poi ritornare vigorose la sera. Questa pianta non sopporta il freddo, quando arrivano i primi geli la parte aerea muore, ma rimangono vitali i tuberi che poi ritornano a vegetare in primavera. (Da Beatiful Exotic)

Belle di notte

Le porcellane di Meissen

La porcellana nasce e si sviluppa  in Cina, a partire dal III secolo, rimanendo invece a lungo sconosciuta in Occidente.

Qui, in Europa,  si sperimentarono i primi tentativi di produzione tra il 1575 e il 1587 presso i giardini di Boboli, nel laboratorio allestito da Francesco Maria de’ Medici, granduca di Toscana.
I ricercatori riuscirono ad ottenere una pasta vetrosa, e con una tecnica molto rudimentale produssero vari pezzi, boccali, vassoi, d’ispirazione orientale, dipinti prevalentemente in azzurro su fondo bianco, oggi rarissimi.

Fino ad allora l’unica tecnica di lavorazione conosciuta era quella a pasta tenera, il cui impasto era composto da elementi vetrosi mescolati ad argilla o alabastro, e a marmo, calce, potassio, magnesio, alluminio, cotti a non più di 1100° C.
Mentre la porcellana dura, simile a quella cinese, fu prodotta per la prima volta e per puro caso in Europa, alla fine del 1707 a Dresda, presso la corte dell’elettore di Sassonia Augusto il Forte. Nel laboratorio del castello di Albrechtsburg il barone Ehrenfried Walther von Tschirnhausen (1651-1708), affiancato dall’alchimista  Johann Friedrich Böttger, ne scoprì la formula. 

Essi ottennero un grès a pasta rossa (materiale ceramico duro e compatto), mescolando argilla refrattaria con terre fusibili, che Böttger chiamò jasper; in seguito sostituirono alla terra rossa un’argilla bianca, contenente caolino, resistente al fuoco e proveniente dalle vicinanze di Meissen, scoprendo così l’arcano della porcellana cinese e ciò che avrebbe rivoluzionato tutta la produzione della ceramica europea.

La manifattura di Meissen si configurò, a partire dal secolo dei Lumi, una delle più prestigiose produttrici di porcellane europee. Essa rappresentò un punto di riferimento a cui guardarono, nei soggetti e nello stile, molte altre manifatture.

Ho copiato molte notizie su Meissen dal sito Il Balon.it

Porcellana di Meissen

Porcellana

Mi piace la porcellana. Non la uso molto spesso, ma, quando lo faccio, noto la differenza a sua favore.

La prima produzione italiana di porcellana a pasta tenera ebbe luogo a Venezia, fra il 1720 e il 1727, presso la manifattura Vezzi, che riprese, elaborandoli con la fantasia, modelli già affermatisi in Germania.

La porcellana fiorentina del Seicento, a pasta tenera, fu la prima prodotta in Europa; si differenziava da quella cinese per composizione e aspetto, ed era ottenuta da una miscela di caolino impuro, calce, sabbia bianca, materiale vetroso e cristalli di rocca finemente macinati. I pezzi erano piuttosto spessi e rozzi, presentavano uno sfondo bianco con diverse gradazioni di toni grigiastri ed erano decorati in blu sotto-vetrina. Spesso recavano un marchio formato dalla lettera F e dalla raffigurazione della cupola di Santa Maria in Fiore.

In Italia occupò una posizione di primo piano la ditta Ginori, fondata nel 1737 dal marchese Carlo Ginori presso la sua villa di Doccia, nei pressi di Firenze, e tuttora esistente come Società Ceramica Richard-Ginori dopo la fusione, nel 1896, con l’azienda ceramica milanese diretta da Carlo Richard. 

La Real Fabbrica di Capodimonte, nei pressi di Napoli, fondata da Carlo III di Borbone nel 1743, si specializzò nella fabbricazione di pezzi in pasta tenera molto vicini a quelli di Meissen, e nella produzione di giocattoli, tabacchiere e figurine di vario tipo. In questo ambito operò uno dei migliori modellatori europei, Giuseppe Gricci, che privilegiò temi marini. A lui si devono infatti le scatole per tabacco a forma di conchiglia, le brocche con manici simili a rametti di corallo e le statuine raffiguranti gruppi di pescatori. 

Porcellana di Meissen
Villa Ginori – Sesto Fiorentino

Aptenia Cordifolia

Aptenia cordifolia

Mi sono innamorata di questa pianta nel giardino di mio suocero, a Castiglione del Lago, sul lago Trasimeno. Mia madre, poi, ne chiese una talea e la sistemò nel suo giardino di Bologna.

E’ una pianta tappezzante succulenta originaria dell’Africa meridionale, molto diffusa in tutta l’area mediterranea.
Da primavera inoltrata fino all’estate produce numerosissimi piccoli fiori a forma di margherita, con svariati petali lineari, di colore bianco, rosa, viola o rosso, a seconda della varietà; la specie tipo ha fiori color rosa acceso, con centro bianco. Queste piante vengono coltivate in vaso, ma anche come tappezzanti in giardino.
(Descrizione presa da Giardinaggio.it)

Castiglione del Lago

Beach music

Charleston – South Carolina
libro: Beach Music

Aprile

Oggi inizia il mese di Aprile.
Il nome di questo mese deriva da una parola greca che significa “Apertura”
Il primo giorno d’Aprile in molto paesi d’Europa era il giorno dedicato alle burle. Si cercava di mandare una persona un po’ semplice ed ingenua a fare delle commissioni balorde.

In Inghilterra questo veniva detto “il giorno dello scherzo d’Aprile”.

In Scozia si diceva che era il giorno della caccia al merlo


Da noi si chiama o si chiamava “il giorno del “pesce d’Aprile”

PROVERBI

… le dolci acque di aprile, valgono più che il trono di Salomone.

D’aprile ogni uccello fa il nido.

In aprile il tempo piange e ride insieme.

Aprile, dolce dormire!

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Estate incantata

L’estate incantata (Dandelion Wine) è un romanzo di Ray Bradbury scritto nel 1957.

Il libro racconta le vicende di Tom, Doug, John e altri personaggi che vivono a Green Town, una piccola città dell’Illinois, durante l’estate del 1928.

Il titolo fa riferimento ad un vino fatto con i petali di dente di leone (tarassaco) Nella storia il vino di dente di leone, fatto dal nonno del protagonista (Douglas) serve come metafora per racchiudere tutte le meraviglie e le gioie dell’estate in una singola bottiglia.

Bradbury racconta la sua infanzia, esattamente nell’estate del 1928. Tra zie che comprano una macchina elettrica, tram incantati, vini di denti di leone, pranzi della nonna, scoperte di vita e di morte, l’autore ci fa viaggiare in un universo che appartiene ad ognuno di noi: l’infanzia piena di sensazioni nuove, scoperte inattese e gioiose, che portano a crescere e che non si ripeteranno più.

Tarassaco

Fiori di tarassaco

Il tarassaco, o dente di leone, o anche, piscialetto, è una pianta molto apprezzata persino dagli animali, che ne mangiano semi, foglie e radici. Le api invece ne ricavano un miele benefico, dal gusto straordinario.

Estrapolo da isolo.altervista questa leggenda:

Prendere un fiore con i caratteristici “soffioni” e soffiarci sopra il più forte possibile, fino a vederli volare via. In questo modo le fate ritroveranno la strada per tornare nelle loro dimore e, per riconoscenza, avvereranno anche il sogno più ardito.

Tarassaco e soffioni

Al primo raggio di luce i fiori di tarassaco si aprono mentre al tramonto si chiudono. Infatti la pianta è anche chiamata orologio del pastore

Riconosciuta come pianta officinale, il Tarassaco è usato ufficialmente in fitoterapia ed omeopatia, sotto forma di tintura madre, capsule e sciroppi.

Un tempo i contadini tostavano le radici del Tarassaco come surrogato del caffè, allora piuttosto costoso; oggi lo ritroviamo al supermercato nei barattoli come sana alternativa alla caffeina.

Insomma, gli usi del tarassaco spaziano dalla cucina alla fitoterapia.

Il momento migliore per raccogliere le foglie di tarassaco è quando le piantine non sono ancora fiorite, poiché i principi attivi in esse contenuti sono al loro massimo.

Le dee della Primavera

Primavera

Primavera è la stagione del risveglio della natura. L’improvviso sbocciare dei fiori, il volo degli uccelli migratori che fanno ritorno e la gioiosa danza di accoppiamento degli animali hanno sempre rappresentato un richiamo ancestrale molto potente, oltre che una fonte di inesauribile ispirazione per poeti e artisti.

Il simbolo della primavera è il tenero trifoglio, mentre i suoi colori sono tutte le tinte pastello e in particolare il rosa, che ci ricorda i rami dei peschi in fiore.

Est è la sua direzione, quella dove sorge il sole.

Primavera ha un’energia di “disponibilità”, è esposta a contatti ed influenze (il fuoco la riscalda, l’acqua la appesantisce) e, come il vento di primavera, non è possibile imprigionarla poiché la libertà le appartiene.

Dato che tutti vibrano nella stessa energia della natura, anche gli esseri umani come gli animali e le piante sperimentano in primavera un desiderio di apertura, che spinge a fare nuovi progetti, a creare nuovi scambi, a desiderare nuovi incontri.

E’ un po’ come che si risvegliasse ogni volta, con l’arrivo della primavera, l’emozione della giovinezza, con tutto il carico di inquietudine, curiosità e allegria che la caratterizza.

E così anche noi siamo chiamate a rinascere noi stesse, come fa la natura, a rinnovarci, a lasciare indietro le pesantezze invernali per guardare alla nostra vita da una nuova prospettiva.

Non c’è da stupirsi dunque, se ogni cultura ha “prodotto” le sue Dee che, archetipicamente, rappresentano il risveglio della natura a primavera e, per assonanza, quella fase della vita che precede la maturità, e che coincide – rispetto alle fasi lunari – alla luna crescente:

la fanciullezza, quel tempo in cui tutto deve ancora accadere e la vita appare piena di possibilità, l’alba del nuovo giorno che deve ancora arrivare, il fiore che ancora non è diventato frutto, ma già contiene tutto il potenziale del suo intero ciclo.

da Il mio vecchio blog Estate incantata

Primavera
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