OSCAR WILDE

Negli ultimi decenni del XIX secolo, sia in Europa sia in America del Nord,  un uomo più di ogni altro incarna l’idea che la vita debba essere condotta in ossequio alle sole esigenze del bello: il suo nome è Oscar Wilde. 

Vestito con un’eleganza che rasenta la provocazione,  amante dei fiori e delle pietre preziose,  sistemato in una casa concepita come un’opera d’arte, amico di uomini famosi e di donne affascinanti, ammiratore degli artisti, autore di poemi manierati, di un romanzo infernale e di commedie brillanti che un pubblico incantato applaude tutte le sere, agli occhi dei contemporanei Wilde appare come “un apostolo del bello “.

[…]

A noi oggi, invece,  Wilde appare come l’emblema di una situazione diametralmente opposta: quella di un artista vittima dei pregiudizi del tempo, la cui carriera è stata bruscamente interrotta da un processo per omosessualità. 

Nel 1895 vive una passione tumultuosa per il giovane lord Alfred Douglas. Il padre di quest’ultimo,  il marchese di Queensberry, fa di tutto per troncare la relazione e non esita a offendere pubblicamente Wilde. Questi gli intenta un processo per diffamazione,  che gli si ritorce contro: il marchese infatti riesce a dimostrare la fondatezza delle proprie argomentazioni e poi bisogna tenere conto che all’epoca, in Inghilterra, l’omosessualità è considerata un crimine.

Wilde sarà condannato a due anni di lavori forzati, pena che scontera’ in diversi prigioni inglesi; ne uscirà distrutto e si spegnerà due anni e mezzo più tardi, all’età di quarantasei anni.

Tzvetan Todorov - La bellezza salverà il mondo

Foto di Napoleon Sarony

Articoli simili

15 Commenti

      1. Sì, l’onmosessualità pare sia quasi un dovere, oggi. 😉 Ma il riconoscimento di un’espressione di valore… ecco, forse è questo che oggi manca. E fra il riconoscere un talento, ma limitarlo per questioni di bigottismo, chiusura e limiti sociali e non riconoscerlo affatto per questioni di cecità e ignoranza come avviene oggi, non so davvero cosa sia peggio.

Rispondi