Il dolore dell’anima

“Quando scompare, il dolore del corpo non lascia tracce nella memoria; mentre il dolore dell’anima, quando è profondo, non si cancella: può rinascere sulla scia di avvenimenti inattesi, e imprevedibili.”

Eugenio Borgna – La solitudine dell’anima – Feltrinelli, 2013

Autore: Lara Ferri

Vivo in Italia, in una piccola cittadina della pianura padana. Ma sono nata a Bologna, qui vicino.

12 pensieri riguardo “Il dolore dell’anima”

      1. Senza entrare nei particolari sono stato male qualche anno fa, è il blog è nato in quel periodo, figlia per aiutarmi a passare il tempo me l’ha aperto . Dopo anni ci sono alcune cose che par paura di quel dolore fisico non riesco a fare.

      2. Credo che tu abbia ragione. Ad esempio io ricordo tutte le otiti avute da bambina e ancora oggi tengo le orecchie coperte dai capelli.

  1. Credo che l’autore voglia significare che il dolore dell’anima va a depositarsi in profondità (inconscio?) e rimane colà sopito finché avvenimenti piuttosto recenti lo “risvegliano” e può iniziare una patologia.
    Faceva parte del mio “lavorare” andare a “pescare” certi dolori dell’anima… per renderli incapaci di continuare a “rompere”.
    Ne scrissi un po’ nel mio libro.
    Buon Pomeriggio.
    Quarc

  2. Il dolore, del corpo o dell’anima, fa il suo compito, cioè ricorda al suo possessore che tutto è effimero, tranne il dolore stesso che permane, più o meno intenso, sotto la pelle, pronto ad affacciarsi ancora.

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