
“Quando scompare, il dolore del corpo non lascia tracce nella memoria; mentre il dolore dell’anima, quando è profondo, non si cancella: può rinascere sulla scia di avvenimenti inattesi, e imprevedibili.”
Eugenio Borgna – La solitudine dell’anima – Feltrinelli, 2013
💖✒️😘Ti auguro una bella mattinata e una giornata di sole, cara Lara ☀️🌹👁️
Grazie Mic, altrettanto a te! 🌸🌸🌸
Buon giorno.
Non credo proprio che il dolore fisico non lasci ricordi nella memoria.
In un primo momento l ho pensato anch’io, ma poi ho ricordato genericamente i mal di denti, le otiti, solo genericamente però.
Senza entrare nei particolari sono stato male qualche anno fa, è il blog è nato in quel periodo, figlia per aiutarmi a passare il tempo me l’ha aperto . Dopo anni ci sono alcune cose che par paura di quel dolore fisico non riesco a fare.
Credo che tu abbia ragione. Ad esempio io ricordo tutte le otiti avute da bambina e ancora oggi tengo le orecchie coperte dai capelli.
Dipende dal tipo di dolore e se abbiamo impressi nella memoria le sequenze che l’hanno determinato. Ciao
Bravo Stefano, dev essere proprio come scrivi. Grazie di cuore ❤
Credo che l’autore voglia significare che il dolore dell’anima va a depositarsi in profondità (inconscio?) e rimane colà sopito finché avvenimenti piuttosto recenti lo “risvegliano” e può iniziare una patologia.
Faceva parte del mio “lavorare” andare a “pescare” certi dolori dell’anima… per renderli incapaci di continuare a “rompere”.
Ne scrissi un po’ nel mio libro.
Buon Pomeriggio.
Quarc
Apprezzo molto quanto hai scritto, caro Quarc. Non ricordavo che tu avessi scritto un libro. Ti ringrazio di cuore.
Buon pomeriggio anche a te!
Il dolore, del corpo o dell’anima, fa il suo compito, cioè ricorda al suo possessore che tutto è effimero, tranne il dolore stesso che permane, più o meno intenso, sotto la pelle, pronto ad affacciarsi ancora.
Verissimo. Ti ringrazio per le tue parole.
A presto!