
Questa che propongo è una pagina da “Quaderni e diari – 1950/1973) di Hannah Arendt – Neri Pozza Editore.
“Luglio 1950
Paragonata all’eternità passata, che era prima che noi fossimo, e all’eternità futura, che sarà dopo che noi saremo stati, la nostra intera esistenza qui è pura presenza.
Vivere realmente significa realizzare questo presente: un mezzo fra i tanti è il non-dimenticare-mai e fare in modo che non si scinda in passato e futuro.
A differenza delle eternità, infatti, il proprio passato temporale così come il proprio futuro temporale hanno la tendenza a divorare il presente.
(…)
La memoria potrebbe anche esistere per dare sostanza all’esser presente della vita e per presentare il sapere di tutte le cose.
Ciò che ricordiamo non ha, in quanto tale, nessun indice temporale, soltanto ciò che è stato dimenticato porta l’indice del passato. …”
Una visione ottimistica, e secondo me puramente idealistica. Se il passato fosse davvero ciò che abbiamo dimenticato che senso avrebbe la malinconia o ancora di più il dolore di ciò che si è perduto? Un presente senza passato è come una pesca senza sapore. Gettando il boccone nella gola del passato, continuiamo a godere di ciò che è stato. Se potessimo cibarci del passato (tramite la memoria) il presente – reale materiale – non esisterebbe, non avrebbe sostanza. E se potessimo non scindere la vita in passato e futuro, saremmo immobili, già morti.
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Capisco benissimo le tue parole, Marcello
E le condivido in pieno..Grazie di ❤
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Grazie di cuore per la risposta, Lara 🌹💖
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Grazie a te!
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🙏🌹
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Buongiorno e buon sabato.🌈
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Grazie mille Raffa. Altrettanto a te!
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Grazie!
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Buon sabato
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Grazie Allegro, buon sabato anche a te!
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