
A Uppsala, nasce il 14 Luglio 1918, Ingmar Bergman.
Figlio di un pastore protestante, con cui si troverà spesso a confrontarsi e che ricorrerà di frequente nel corso della sua opera, percorsa di continuo da riferimenti autobiografici.
“ In realtà io vivo continuamente nella mia infanzia: giro negli appartamenti nella penombra, passeggio per le vie silenziose di Uppsala, e mi fermo davanti alla Sommarhuset ad ascoltare l’enorme betulla a due tronchi, mi sposto con la velocità a secondi, e abito sempre nel mio sogno: di tanto in tanto, faccio una piccola visita alla realtà “
Bergman trascorse la prima infanzia seguendo gli spostamenti del padre nelle case parrocchiali di vari paesini e fu educato secondo i concetti luterani di ” peccato, punizione, perdono e grazia, temi che saranno poi ricorrenti nei suoi film.
Il padre, cappellano all’ospedale di Uppsala, poi parroco alla Hedvig-Eleonora di Stoccolma e infine prelato presso la Corte, pur essendo un eccellente predicatore aveva un temperamento, come scriverà Bergman nella sua biografia, irritabile:
“Non potevamo fischiare, non potevamo camminare con le mani in tasca. Improvvisamente decideva di provarci una lezione e chi s’impappinava veniva punito. Soffriva molto per il suo udito eccessivamente sensibile, i rumori lo esasperavano”.
Egli impartì al figlio un’educazione molto severa le cui tracce si riscontreranno spesso nei suoi film; la figura del padre sarà portata sullo schermo in tre film, Fanny e Alexander (1982), Con le migliori intenzioni (1992) e Conversazioni Private (1996).
La madre aveva un eccessivo carico di lavoro , era tesissima, non riusciva a dormire, faceva uso di forti sedativi che avevano effetti collaterali quali l’irrequietezza e l’ansia.
Ingmar, aveva un fratello maggiore di quattro anni che tenterà più tardi il suicidio e che si trasferirà a Uppsala, e una sorella minore di quattro anni.
“La famiglia aveva una benefattrice arci-ricca di nome zia Anna. Ci invitava a feste per bambini con giochi di prestigio e altri divertimenti, a Natale faceva sempre regali costosi e intensamente desiderati e ogni primavera ci portava alla prima del circo Schumann, al Djurgarden.
L’avvenimento mi metteva in uno stato di febbrile eccitazione: Il tragitto in automobile con l’autista in uniforme della zia Anna, l’ingresso nell’enorme edificio di legno splendidamente illuminato, i profumi misteriosi, l’ampio cappello della zia, l’orchestra fragorosa, la magia dei preparativi, il ruggito delle belve dietro le tende rosse da cui uscivano i cavallerizzi.” ..
I brani autobiografici riportati sono contenuti nel libro “La Lanterna magica” – autobiografia di Ingmar Bergman – Edizione CDE spa -Milano su licenza della Garzanti Editore
👌👌👌✒💝Martedì bello e stimolante Lara🌞🤗🌹
Grazie Mic, altrettanto a te!
Buon giorno
Grazie Allegro, buongiorno anche a te!
Non so perchè quando penso alla tua persona mi compare Ingrid Bergman che non credo neanche sia parente del regista! Forse sarà la foto…
Ciao Stefano. Ingrid Bergman non è parente del registra, ma non è male! 😅 Quindi, grazie!
Bellissimo articolo, brava 👏👏👏 Buon pomeriggio 😊
Ciao Giusy, devo sempre dirti “grazie”! Sei gentilissima. ❤