Vaghe stelle dell’Orsa

 Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea

tornare ancor per uso a contemplarvi

sul paterno giardino scintillanti,

e ragionar con voi dalle finestre

di questo albergo ove abitai fanciullo,

e delle gioie mie vidi la fine.

Quante immagini un tempo, e quante fole

creommi nel pensier l’aspetto vostro

e delle luci a voi compagne! allora

che, tacito, seduto in verde zolla,

delle sere io solea passar gran parte

mirando il cielo, ed ascoltando il canto

della rana rimota alla campagna!

E la lucciola errava appo le siepi

e in su l’aiuole, susurrando al vento

i viali odorati, ed i cipressi

lá nella selva; e sotto al patrio tetto

sonavan voci alterne, e le tranquille

opre de’ servi. E che pensieri immensi,

che dolci sogni mi spirò la vista

di quel lontano mar, quei monti azzurri,

che di qua scopro, e che varcare un giorno

io mi pensava, arcani mondi, arcana

felicità fingendo al viver mio!


Giacomo Leopardi Le ricordanze

8 risposte a “Vaghe stelle dell’Orsa”

    1. Altrettanto a te, Allegro e grazie!

  1. stupenda, non solo perché abito a 30 minuti da questo colle ma la sua scrittura ancorché diversa da quella odierna permette di respirare il fascino e il suono delle parole e ti immagini il tutto!

    1. Hai perfettamente ragione, Stefano.
      Grazie! ❤️ 💛 💚 💙 💜

  2. Sempre magnifico Leopardi, soprattutto il Leopardi maturo, del ritorno a Recanati…

    1. Benvenuto, Federico! Concordo pienamente con quanto scrivi. Grazie 🙂

      1. Grazie di cuore, di questo caloroso benvenuto: mi fa molto piacere averti scoperta! Leopardi è sempre al vertice…

      2. Grazie ancora, Federico!

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