Latte e miele

Secondo Erich Fromm l’amore materno presenta due aspetti: quello di tutte le cure necessarie perché il bambino viva e cresca e quello di infondergli l’amore per la vita, il senso che la vita e’ bella, la gioia di vivere.

I due aspetti corrispondono rispettivamente ai biblici “latte” e “miele“.

Molte le madri che sono in grado di dare il “latte”, poche quelle che oltre al “latte” sanno dare anche il “miele”, perché solo una donna felice può dare anche il “miele”, cioè contagiare il bambino con la sua felicita’.

L’essere umano può assumere un ruolo di creatore in vari modi, uno dei quali è l’amore per i propri figli.
La madre trascende se stessa nell’amore per il proprio bambino.

Il compito materno più difficile sta nell’accettare e nel favorire che il figlio crescendo si separi e autonomamente viva la propria vita.

La creatività’ materna fa di una persona due persone, la madre da una si fa due, non solo in senso fisico ma anche psicologico.

Una completa capacita’ di dare comporta che la madre ami il figlio o la figlia anche mentre egli o ella si separa da lei, poiché’ lei sopratutto desidera la felicita’ della sua creatura.

Desiderare la crescita del figlio o della figlia e’ il tratto più specifico e creativo dell’amore materno in senso pieno e compiuto, che viene caratterizzato dall’assenza di possessività e dalla prevalenza del dare sul ricevere.

Il più profondo bisogno dell’essere umano che viene alla luce e’ questo, di essere amato nella gioia che dà la sua crescita giorno dopo giorno.

L’amore materno non possessivo predispone i figli alla capacita’ di amare.

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